L’acqua del rubinetto è sicura? L’importanza della filtrazione con i dispenser acqua
21/06/2024Secondo l’ultima rendicontazione Istat le famiglie che in Italia non si fidano dell’acqua di rubinetto costituiscono il 28,5% ma nel 2002 erano il 40,1%. Cresce quindi il consumo di acqua fornita dalla rete nazionale, ma con cospicue differenze territoriali. Nel Mezzogiorno la preferenza verso l’acqua imbottigliata è ancora piuttosto netta. Eppure i dati sono rassicuranti: l’acqua del sindaco è sicura per tutti anche se non sempre di gusto gradevole. Per migliorarla basterebbe installare in casa un dispenser acqua con capacità filtranti.
Perché filtrare l’acqua di casa?
I dispenser acqua che si collegano alla rete idrica sono dotati di un complesso sistema di filtri fisici (generalmente costituiti da carboni attivi) e spesso anche di una tecnologia agli UV, con una funzione antibatterica e antimicrobica.
Quando l’acqua che esce dal rubinetto di casa ha un sapore amaro o “di medicinale” significa soltanto che il cloro utilizzato per disinfettarla è ancora lì e viene, di conseguenza, ingerito. Il cloro è tuttavia presente nella nostra acqua in percentuali talmente basse da non potere mai e poi mai costituire un rischio per la salute. Trattasi dunque di una questione meramente organolettica che può essere affrontata con una certa facilità, proprio attraverso i dispenser acqua.
Questi dispositivi filtrano l’acqua di rubinetto eliminando il cloro e, di conseguenza, il suo retrogusto. Ma servono anche a rendere ancora più sicura un’acqua che ha già tutte le carte in regola per essere la più indicata per il consumo da parte delle persone e degli animali. Il trattamento dell’acqua consiste, infatti, anche nella rimozione di qualsiasi patogeno di natura organica o inorganica che l’acqua potrebbe avere eventualmente “raccolto” nel percorso che la conduce fino a noi.
In molti casi il cattivo stato di manutenzione delle tubazioni condominiali o della proprietà può causare il rilascio di metalli pesanti e altri inquinanti. Nonostante i controlli da parte delle autorità sanitarie locali, infatti, siano molto frequenti lungo tutta la rete idrica, non si spingono fino ai punti di erogazione, in casa nostra.
Ecco quindi che l’installazione dei dispenser acqua per la casa diventa una necessità per chiunque desideri bere acqua di rubinetto e interrompere l’acquisto di acqua in bottiglia, scomodo da un punto di vista logistico ma anche gravemente inquinante.
I dispenser acqua eliminano la plastica
…dal rifiuto differenziato ma anche nel bicchiere. Sono infatti noti i rischi associati al consumo di acqua che sia stata confezionata con la plastica: quando le condizioni di trasporto e stoccaggio delle bottiglie d’acqua non sono ottimali (perché, per esempio, le bottiglie vengono esposte al sole o trasportate dentro mezzi non idonei a mantenere la temperatura corretta) micro particelle di plastica possono finire nel liquido. In verità gli studi hanno dimostrato che questo accade persino nel momento in cui si svita il tappo di una nuova bottiglia.
In altre parole non possiamo mai essere certi che l’acqua contenuta in bottiglie e bottigliette sia esente da queste contaminazioni.
L’acqua del rubinetto è invece acqua alla spina che non richiede alcun confezionamento né viene trasportata su strada, con conseguente risparmio sulle emissioni di co2.
Bere acqua di rubinetto micro filtrata con un dispenser acqua significa bere acqua senza la plastica e liberarsi, contestualmente, della scocciatura di trasportare il peso delle bottiglie fino a casa e doverle poi anche smaltire.
L’acqua di rubinetto è più controllata di quella in bottiglia
In Italia l’acqua del rubinetto è soggetta a uno dei sistemi di controllo più rigorosi al mondo: viene costantemente monitorata dal Ministero della Salute, dalle Regioni e dagli enti locali attraverso numerosi test giornalieri e settimanali.
Lo scopo è quello di garantirne la conformità agli standard di potabilità stabiliti dalla legge, che includono limiti precisi circa la presenza di microbiologici (come Escherichia coli e Enterococchi) e di sostanze organiche (come pesticidi e solventi), la concentrazione di metalli pesanti (ad esempio, piombo, cadmio, arsenico) e la valutazione degli aspetti fisico-chimici (pH, durezza, torbidità). Persino il cloro usato per disinfettarla deve essere presente in piccolissime percentuali, anche se -come abbiamo visto- ne altera il sapore.
L’acqua in bottiglia, pur essendo soggetta a regolamentazioni e controlli, presenta delle criticità che ne minano l’affidabilità rispetto all’acqua di rubinetto. I test sulla qualità dell’acqua imbottigliata non sono sempre condotti con la stessa frequenza e rigore di quelli applicati all’acqua di rubinetto.
Inoltre, sebbene le bottiglie d’acqua debbano essere tracciate dalla produzione al consumo, il controllo potrebbe non essere così trasparente come nel caso dell’acqua di rubinetto, soprattutto a causa della complessità della catena di distribuzione.
Un altro fattore da considerare è la variazione delle fonti d’acqua utilizzate dalle aziende imbottigliatrici, che possono essere diverse e variabili nel tempo. Ciò rende più complesso il controllo qualità rispetto alla costanza delle fonti d’acqua utilizzate per l’approvvigionamento della rete idrica nazionale.
Da ultimo il dato normativo: le leggi che limitano l’industria dell’acqua in bottiglia sono meno rigide rispetto quelle che governano l’approvvigionamento e il trattamento dell’acqua di rubinetto e permettono una maggiore tolleranza per alcuni contaminanti.