Automazione: l’analisi dei dati relativi all’anno passato e a quello in corso
25/06/2024Dopo una crescita importante, il mercato italiano della meccanica e dell’automazione e delle elettroforniture industriali si trova a dover affrontare delle difficoltà che potrebbero frenarne considerevolmente lo sviluppo. Un arresto sintomatico delle complessità che caratterizzano il settore in tutta Europa, specialmente con l’avvento dell’industria 5.0. A questo proposito, un punto di svolta fondamentale in Italia sarà l’attuazione del Piano Transizione 5.0, che dovrà rispondere alle esigenze delle imprese italiane, favorendo una nuova crescita del comparto automazione.
Automazione: i dati del 2023
Nonostante i problemi all’orizzonte, l’automazione industriale italiana nel 2023 ha fatto registrare numeri entusiasmanti. È quanto si appura nel report di Anie Automazione, un’associazione rappresentante più di cento imprese nostrane. Ecco una breve prospettiva sui dati di crescita più rilevanti, suddivisi per tecnologie:
- PLC/IO: +24%
- Azionamenti elettrici: +13%
- Networking industriale: +12%
- HMI e RFID: +10%
A spingere sono stati dunque soprattutto meccatronica e automazione discreta e l’area relativa a networking e controllo. Da segnalare anche il buon andamento del software industriale, figlio della transizione digitale che sta trainando tutti i mercati. Eterogeneo anche lo scenario inerente ai settori di destinazione delle tecnologie di automazione, con la seguente ripartizione del fatturato:
- Meccanica: 14%
- Alimentare e packaging: 9%
- Logistica e material handling: 6%
- Stampa e converting: 5%
- Componenti elettronici: 5%
Da un punto di vista geografico, il fatturato del mercato dell’automazione ha fatto registrare i numeri più interessanti nel Nord-Est (45%) e nel Nord-Ovest (41%), con Lombardia (31%) ed Emilia-Romagna (22%) in cima alla classifica regionale. Da dove viene allora l’attuale battuta d’arresto del settore automazione? In primis, essa è una naturale conseguenza di tre anni di intensa crescita, che hanno generato un inevitabile rimbalzo di mercato, il quale provocherà una flessione stimata del 6% rispetto al 2023. Quanto appena prospettato è ovviamente solo una previsione, calcolata sui dati disponibili ad aprile 2024. Le novità del Piano Transizione 5.0 potrebbero portare qualche scossa nel settore grazie a incentivi che verranno messi a disposizione delle aziende per investire sulle tecnologie dell’industria 5.0.
Automazione e meccanica: cosa aspettarsi dal 2024
Anima Confindustria ha condotto un sondaggio tra i suoi associati per delineare le aspettative per il trend del mercato automazione nel 2024. Il 45,7% è concorde nell’affermare che il primo semestre si concluderà in calo rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente. Delle aziende coinvolte, il 26,7% sostiene che tale decrescita sarà superiore al -5%. Solo un quarto degli intervistati prevede una crescita del fatturato. Insieme a questa generalizzata contrazione dei guadagni, diminuiscono gli ordinativi per il 56,5% delle imprese di meccanica. Il 23,9% prevede che questa flessione possa essere compresa tra il -5% e il- 10% . Secondo Marco Nocivelli, presidente di Anima, queste proiezioni fotografano le difficoltà dell’automazione italiana e dell’industria del paese nel suo complesso. Uno scenario delicato, soprattutto se si pensa che le aziende della meccanica varia e affine occupano 221.700 addetti, producendo un fatturato di 55,5 miliardi di euro e una quota export sullo stesso del 60% nel 2023. La sua ripresa e il mantenimento di un alto tasso di competitività sul mercato sono pertanto fattori fondamentali per la crescita dell’economia italiana. Nocivelli si aspetta dunque un miglioramento delle politiche a supporto delle industrie. Nell’ambito del Piano Transizione 5.0 ad esempio, è importante capire in che modo lo Stato alleggerirà la burocrazia, facilitando l’accesso delle imprese ai fondi stanziati. Poter disporre agevolmente degli incentivi è dopotutto un elemento cruciale per far si che le imprese italiane possano progettare nuove soluzioni tecnologiche e di automazione, in modo da non perdere terreno rispetto ai competitor stranieri. Altrettanto centrali saranno lo sviluppo delle competenze necessarie a sfruttare le novità dell’industria 5.0 e gli ulteriori progressi in merito alla transizione energetica. Secondo Nocivelli l’Italia ha le potenzialità per posizionarsi sul mercato come un hub energetico di rilievo nel contesto europeo e i progressi nell’automazione e nell’industria manifatturiera possono dare un contributo significativo nello sviluppo di una filiera dell’energia nucleare e dell’idrogeno. Leggi anche l’articolo: Impatto del patto di non concorrenza sulle startup: analisi e consigli