Helicobacter pylori: sintomi e analisi mediche
21/07/2024L’helicobacter pylori (HP) è un batterio gram-negativo flagellato avente forma di bastoncello con due o tre filamenti alle estremità. Caratterizzato da una naturale resistenza all’acido, tale peculiarità gli permette di sopravvivere ai succhi gastrici e di trovare il suo habitat ideale nel muco dello stomaco e del duodeno. L’infezione da helicobacter pylori non va sottovalutata, in quanto rappresenta un fattore di rischio per patologie gravi. Per fortuna gli strumenti diagnostici contemporanei, di cui si avvalgono realtà come Medical Gamma, permettono di rilevare tempestivamente la presenza del batterio, così da iniziare una terapia e scongiurare qualsiasi rischio.
Helicobacter pylori – sintomi e cause
In caso di infezioni da helicobacter, sintomi molto variabili possono colpire il soggetto ospitante. La sua azione provoca innanzitutto una riduzione nella produzione naturale di muco gastrico e aumenta la possibile insorgenza di ulcere, che possono anche essere molto gravi e sfociare in episodi di vomito con sangue (ematemesi). L’evenienza che l’helicobacter pylori colonizzi l’apparato digerente senza provocare danni è comunque tutt’altro che remota. Addirittura l’80-85% delle infezioni sono del tutto asintomatiche o caratterizzate da una sintomatologia molto lieve. Riconoscere l’helicobacter pylori dai sintomi non è peraltro semplicissimo, dato che gran parte di essi non sono specifici e possono essere causati da altre condizioni. Tra i più diffusi si ricordano:
- Nausea;
- Vomito;
- Inappetenza;
- Gonfiore;
- Difficoltà a digerire.
- Stanchezza cronica;
- Dispepsia;
- Bruciore diffuso nella zona gastrica che tende ad accentuarsi alle prime ore del mattino o a stomaco vuoto;
- Eruzioni cutanee.
Molti studi hanno riconosciuto nella presenza del batterio un fattore di rischio per lo sviluppo di tumori dell’apparato digerente, come ad esempio il linfoma gastrico. La prevenzione è perciò fondamentale quando si parla di Helicobacter Pylori. Come si prende? Le modalità di contagio principali sono quella oro-fecale, e quella orale, tramite placca o saliva. La prima è tipica di contesti caratterizzati da condizioni igienico-sanitarie scadenti, in quanto il batterio sopravvive in acqua e può essere ad esempio contratto bevendo da una fonte contaminata. In alcuni casi l’helicobacter pylori si prende attraverso materiali sanitari contaminati o per zoonosi.
Helicobacter pylori: le analisi mediche
La presenza dell’helicobacter pylori può essere rilevata attraverso tre principali metodologie diagnostiche:
- Urea Breath Test;
- Gastroscopia;
- Ricerca degli antigeni fecali per HP (HPSA).
Per quanto la gastroscopia rimanga un test diagnostico molto affidabile, che permette di analizzare con precisione lo stato dei tessuti e la raccolta di un campione per eventuali biopsie, oggi molti medici preferiscono procedere con l’Urea Breath Test. Tale esame è infatti non invasivo e restituisce risultati molto precisi, risultando più sostenibile dal paziente. Il suo svolgimento è molto semplice. Al paziente viene somministrata una quantità limitata di urea marcata con un isotopo del carbonio non radioattivo (13C) in grado di reagire con l’attività metabolica dell’helicobacter, che idrolizza l’urea in ammoniaca e anidride carbonica. Quest’ultima viene successivamente assorbita dalle pareti gastriche e portata dal sangue fino ai polmoni, per poi venire espulsa attraverso il processo respiratorio. A quel punto, a circa una trentina di minuti dal test e in caso di infezione, il paziente espirerà aria ricca di anidride carbonica radiomarcata. Una volta appurata l’attività dell’helicobacter pylori, il medico potrà stabilire la terapia, anche in base alla sintomatologia manifestata dal paziente. In media il trattamento prevede la combinazione di più antibiotici e ha un tasso di successo molto elevato (90%). Per favorirne la riuscita è possibile abbinare degli inibitori di pompa protonica, la cui azione garantisce una sensibile riduzione dell’acidità gastrica. Alla luce delle modalità di contagio, rimane fondamentale curare la propria igiene personale ed evitare situazioni di rischio. Inoltre è bene non esagerare con l’assunzione di fumo, antinfiamamtori non steroidei e alcol, in quanto sostanze responsabili dell’abbassamento delle difese immunitarie della mucosa dello stomaco. Leggi anche l’articolo: Automazione: l’analisi dei dati relativi all’anno passato e a quello in corso